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Foto della settimana: Silvia Noferi



Un pò fuori mano, ma al Centre d’art Nei Liicht, in Lussemburgo, si inaugura domani 31 Ottobre 2009 “TEMPI OSCENI” che rimarrà fino al 05 Dicembre 2009.

Nato in collaborazione con la Fondazione Studio Marangoni, questa seconda edizione (la prima è stata con “Tempi in scena” del 2001) si distingue sia per la sua continuità sia per la novità di scelta. In un epoca in cui l’artista si ispira alla messa in scena intimista, ai cambiamenti da corpo privato a corpo pubblico, all’influenza dei media sulla vita quotidiana, possiamo guardare i lavori di una nuova generazione emergente, di una nuova voce che si fa pian piano e dolcemente sempre più ascoltare in Italia. Gli artisti partecipanti a tale progetto sono: Fabo
Barile – Chiara Cochi – Simone Donati – Alessandro Mencarelli – Franco
Menicagli – Marzia Migliora – Silvia Noferi – Giuseppe Toscano.

Denunciando la trivialità, l’indecenza ed il cattivo gusto dei rappresentanti politici, gli artisti, attraverso fotografie e video “militanti/coinvolti”, tentano di resistere all'”oscenità” (in senso figurato) della situazione attule italiana.

Il filo che unisce l’esposizione “Tempi in scena” del 2001 a “Tempi osceni” si trova all’interno dell’articolazione del pensiero fotografico che lega la “grande storia” alle piccole storie, il pubblico al privato, il reale alla finzione. Proprio da questa duplicità è emersa l’idea di mostrate una Italia dove, l’immagine della realtà violenta dei soggetti politici e culturali che progressivamente la distruggono, si oppone all’immagine di una trasfigurazione sublime.
Link: Centre d’art Nei LiichtFondazione Studio MarangoniSilvia Noferi

Photo: ©Silvia Noferi

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Alessandra Sanguinetti

Nel 1999 Alessandra Sanguinetti cominciò a lavorare ad una serie fotografica documentando e ritraendo le vite di due giovani cugine, Guille e Belinda, nella loro tenuta di famiglia fuori Buenos Aires. Riuscendo a coltivare una certa intimità con le due ragazze, la Sanguinetti collaborò con Guille e Belinda per ben nove anni, costruendo fotograficamente immagini ispirate da sogni, fantasie e paure che accompagnano la transizione psicologica e psichica dall’adolescenza alla maturità.

Nel lavoro “The life that came” la Sanguinetti riesce a mostrare il passaggio di Guille e Belinda dal loro essere adolescenti al divenire giovani donne. Cogliamo nei sui scatti l’incontro ed il faccia a faccia delle due protagoniste con le diverse realtà legate alla propria crescita, alle relazioni sentimentali ed alla maternità.

Alessandra Sanguinetti, nata a New York nel 1968, cressciuta in Argentina dal 1970 fino al 2003. Attualmente vive a New York. La Sanguinetti viene rappresentata a New York dalla Yossi Milo Gallery e dalla Ruth Benzacar Gallery a Buenos Aires. Fotografa per le più grandi testate come New York Times Magazine, LIFE, Newsweek. Nel 2006 ha pubblicato il libro “On the Sixth Day” dove mostra la coesistenza, la relazione che c’è tra persone ed animal, tra l’uomo e la bestia.

Sito di Alessandra Sanguinetti

Photos:
in alto: The Wedding bed ©Alessandra Sanguinetti – da ” In the life tha came”
a destra: Broken horse © Alessandra Sanguinetti – da “On the Sixth day”

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Foto della settimana: Brenda Ann Kenneally

Anche quest’anno, grazie a “Visa pour l’image”  ed al “Canon Female Photojournalist Award” ho potuto conoscere la fotografa BRENDA ANN KENNEALLY. Già premiata nel 2003 dal World Press Photo, nel 2008 si aggiudica il premio Canon. Così in questa 21a edizione ha dimostrato pienamente di averlo meritato esponendo il lavoro Upstate Girls – What became of Collar City.
Le foto mostrano la grandezza e la miseria americana attraverso ritratti ed ambienti ripresi a Troy, una cittadina nel nord dello stato di New York. Ritratti di una classe operaia americana che Brenda Ann conosce molto bene, essendo nata e cresciuta nella stessa città. In un’intervista dirà: “Ho fotografato quello che sarei potuta diventare!”
Padre alcolista, madre lavoratrice sempre assente, Brenda Ann cade presto nella “piccola delinquenza”.  A 12 anni va in riformatorio, a 16 è tossicodipendente. Nel 1977 decide di fuggire in autostop per la Florida. Per dieci anni passa una vita d’inferno, fino a quando decide di disintossicarsi. Pur amando molto il canto, è con la fotografia che riesce a trovare se stessa. Viene accettata al “Photojournalism Department at The University of Miami” dove nel 1991 si laurea in Photo communication e una doppia specializzazione in Sociologia. Continued…

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