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Manuale d’uso di un taccuino per appunti!

Evelien Lohbeck – diplomata alla "Arts Academy di Breda" nei
paesi Bassi – è una giovane creativa olandese free-lance. Interessante
la sua originalità nel creare video, un gioco tra realtà e finzione. 

IK – Lypinc animation (2007)

 

Fai un salto su evelienlohbeck.com  (nel sito puoi trovare i suoi video e altri lavori)

 

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Teresa SDRALEVICH al Tekfestival

Fino a lunedì 11 maggio si ha la possibilità di visitare la mostra di Teresa Sdralevich (accento sulla a!) “WALL ACTION – Agire dal muro” presso lo Spazio Ex Serono, Via del Pigneto 22 – Roma – INGRESSO LIBERO. Una mostra dedicata ai manifesti politici e sociali della illustratrice e disegnatrice Sdralevich che ha realizzato visual per campagne di sensibilizzazione contro incidenti sul lavoro e sulla violenza contro le donne e bambini. La Sdralevich ha realizzato anche manifesti per iniziative culturali come festival di cinema ed altro. E’ disegnatrice per riviste e periodici come “Internazionale”, New York Time Book Review”, nonché autrice e illustratrice di libri per ragazzi.

Evento legato al TEKFESTIVAL

Per info: Teresa Sdralevich

Immagine:
Not enough” Self-produced poster – Silk-screen, 70×100 cm. 2003 by Sdralevich

Posted in Pensieri volanti.


Foto della settimana: Cindy Sherman

Finalmente dal 7 giugno fino al 19 settembre a Roma presso la Gagosian Gallery si potranno ammirare gli ultimi lavori della fotografa americana Cindy Sherman. Le fotografie esposte analizzano la oramai famosa e lunga ricerca della Sherman riguardo le nozioni di genere, bellezza e “self-fashioning“, ma questa volta con una particolare attenzione alla rappresentazione dell’invecchiamento delle “modelle” scelte. Le ultime fotografie della Sherman erano esposte a Berlino presso la Sprüth Magers ed attualmente (16 aprile – 27 maggio) sono sempre alla galleria Sprüth Magers ma nella sede londinese.

Da oltre 30 anni, Cindy Sherman utilizza se stessa come “soggetto/oggetto” nelle proprie foto; lavorando da sola nel proprio studio in New York, la Sherman manipola il suo volto, il suo corpo ed il suo ambiente rendendo il tutto ogni volta nuovo ed irriconoscibile alla propria macchina fotografica. Autrice, regista, truccatice, parrucchiera, guardarobista, arredatrice e modella la Sherman è estremamente attenta ad ogni dettaglio, niente viene trascurato nelle sue “performance fotografiche”.

Da una intervista breve ma interessante che è uscita sul TimeOut di New York del 13 Novembre 2008, la Sherman, intervistata da T.J. Carlin, afferma come il mondo digitale abbia trasformato ed agevolato il proprio procedimento di “shooting”. Utilizzando per la prima volta una macchina fotografica digitale ed una rielaborazione computerizzata delle proprie fotografie, l’artista americana dichiara “il processo di scatto con la digitale ha completamente cambiato il mio modo di lavorare, perchè posso vedere immediatamente nel mio computer lo scatto effettuato. In passato, scattavo uno o due rullini, poi dovevo togliermi gli abiti di “scena” struccarmi totalmente e portare a sviluppare i negativi, aspettare i risultati per circa due o tre ore, guardare gli scatti ed a volte rifare tutto!“(vai all’articolo di TimeOut)

La Sherman non si occupa di diffondere simboli che incarnano e spacciano modelli venerati dalla società, ma s’interessa della “gente comune” che tali simboli assorbe. Una serie infinita di autoritratti per rappresentare gli altri: “Quando preparo ogni personaggio devo considerare il fatto che la gente guarderà sotto il trucco e la parrucca in cerca del comune denominatore, del riconoscibile. Sto cercando di far riconoscere alle persone qualcosa di se stessi, non di me“.

Nel fotografare se stessa, Cindy Sherman mette in luce le caratteristiche di un’intera società – quella americana – evidenziando certe tendenze al cattivo gusto e smitizzando
l’apparente perbenismo. Ognuna delle donne rappresentate nel nuovo progetto dell’artista
condividono un acuta coscienza di glamour e gerarchia sociale. Ogni accessorio, ogni ricostruzione di pelle, ogni singolo capello, ogni ruga, ogni piccolo segno sulle guance, sono deliberatamente orchestrati a costruire un carattere, un personaggio reale. La tensione tra pathos e alienazione che i soggetti della Sherman evocano nell’osservatore, aumenta in relazione al contesto nei quali i personaggi stessi appaiono. Gli “ambienti”, estremamente ed intelligentemente appropriati ad ogni figura, ovviamente sono sempre staged dalla Sherman. Difatti, le sue personalità sono fotografate di fronte ad uno schermo verde, e solo successivamente inserite digitalmente in un background scelto (scattato e manipolato separatamente).

Per maggiori informazioni:

Sito di Cindy Sherman
Galleria Gagosian Gallery Roma

Galleria Sprüth Magers


Video: “Cindy Sherman” at Metro Pictures

Video: dollclothes.mov

Photo: © Cindy Sherman

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